Ultimissime

La Suprema Corte si esprime sulla verifica della sussistenza degli “indicatori concreti” del reato continuato.
Corte di Cassazione, Sez. II, sent. del 19 agosto 2022, n. 31261.
È consolidato e condiviso l'orientamento di questa S.C. (cf. Sez. U sentenza n. 28659 del 18/05/2017 dep. 08/06/2017 Rv. 270074 - 01 imputato: Gargiulo) secondo cui "il riconoscimento della continuazione, necessita (...) di una approfondita verifica della sussistenza di concreti indicatori, quali l'omogeneità delle violazioni e del bene protetto, la contiguità spazio-temporale, le singole causali, le modalità della condotta, la sistematicità e le abitudini programmate di vita,, e del fatto che, al momento della commissione del primo reato, i successivi fossero stati programmati almeno nelle loro linee essenziali, non essendo sufficiente, a tal fine, valorizzare la presenza di taluno degli indici suindicati se i successivi reati risultino comunque frutto di determinazione estemporanea". Rileva pertanto, ai fini della verifica richiesta, che sussistano concreti indicatori "quali l'omogeneità delle violazioni e del bene protetto, la contiguità spazio-temporale, le singole causali, le modalità della condotta, la sistematicità e le abitudini programmate di vita", escludendo che "i successivi reati risultino comunque frutto di determinazione estemporanea, di contingenze occasionali, di complicità imprevedibili, ovvero di bisogni e necessità di ordine contingente, o ancora della tendenza a porre in essere reati della stessa specie o indole in virtù di una scelta delinquenziale compatibile con plurime deliberazioni".
Gli "indicatori concreti" prospettati dalla difesa, ed emergenti dalla vicenda processuale, in coerenza con la ricordata giurisprudenza di legittimità, consistono nella estrema vicinanza temporale tra la rapina e il tentativo di furto - appena cinque ore -, nella identità dello spazio di consumazione dei reati - il territorio di Omissis, nell'essersi trattato in entrambi i casi di reati contro il patrimonio, nell'uso di violenza per conseguire l'impossessamento, ovvero l'impunità: non appare pertanto esservi alcuna estemporaneità, ovvero occasionalità, nella condotta che ha portato alla realizzazione del tentativo di furto e della violenza a p.u. rispetto alla precedente rapina. Il limite della motivazione della CORTE di APPELLO è di aver considerato solo il dato temporale, ravvisandone l'insufficienza ai fini della continuazione e di non aver tenuto conto degli altri "indicatori concreti".