ISSN 2039 - 6937  Registrata presso il Tribunale di Catania
Anno XVI - n. 04 - Aprile 2024

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Il Consiglio di Stato sulle pratiche commerciali scorrette dei siti internet dedicati alla diffusione di recensioni turistiche.

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Consiglio di Stato, Sezione VI, sentenza n. 4976 del 15 luglio 2019.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) avviava un’indagine sul sito internet dedicato alla diffusione di informazioni turistiche, consistenti in recensioni di utenti, registrati sul medesimo sito, che rilasciano giudizi sui profili di strutture ricettive (di ristorazione, alberghiere, di “bed and breakfast” e natura simile), dopo averne usufruito.  Tale indagine era volta a verificare la correttezza del comportamento tenuto dalle società, atteso che risultavano diffuse informazioni ingannevoli sulle fonti delle recensioni, posto che “sul predetto sito vengono pubblicate false recensioni, sia di valenza positiva che negativa, da parte di utenti che non hanno effettivamente fruito dei servizi offerti dalle strutture presenti nel database, utilizza informazioni particolarmente assertive, come tali idonee ad accrescere la fiducia dei consumatori sul carattere autentico e genuino delle recensioni pubblicate dagli utenti”.

Il Consiglio di Stato con la pronuncia in esame ha affermato che “il consumatore medio, dev’essere messo in condizione di autodeterminarsi sin dal primo contatto pubblicitario. Legittimamente quindi l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) sanziona i contenuti di un sito Internet dedicato alla diffusione di informazioni turistiche, consistenti in recensioni di utenti, registrati sul medesimo sito, che, dopo averne usufruito, rilasciano giudizi sui profili di strutture ricettive (di ristorazione, alberghiere, di “bed and breakfast” e simili) laddove i relativi claim, alcuni dei quali particolarmente assertivi (così da accrescere la fiducia dei consumatori sul carattere autentico e genuino delle recensioni pubblicate dagli utenti) e già presenti nella home page del sito, siano tali, anche nella presentazione complessiva, da influenzare i consumatori sin dal primo contatto, ingenerando il falso convincimento dell’affidabilità delle recensioni pubblicate: a nulla valendo, in contrario, considerare che fosse stato predisposto un apposito disclaimer, atteso che il medesimo (come accertato dall’Autorità nel caso di specie) non era immediatamente visualizzabile, occorrendo all’uopo raggiungere una specifica sezione del sito accessibile solo attraverso alcune schermate”.

Il Collegio quindi, atteso il pacifico riconoscimento della natura di illecito di pericolo agli illeciti conseguenti a pratiche commerciali scorrette, ha appurata l’esistenza di una pratica commerciale scorretta in quanto idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento del consumatore medio in relazione ai servizi promossi.